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LUCCHESE - LIVORNO 0-0

“Chi si accontenta gode” è la cazzata dei falliti.

La Lucchese, nell’ennesima possibilità che offre il mediocre campionato, si accontenta del pari contro il Livorno (ultimo in classifica, ma davanti ai rossoneri con i risultati ottenuti sul campo) e vede spegnersi ulteriormente la flebile fiammella della speranza.

Qualcuno deve aver pensato che Benassi e compagni abbiano passato il turno in virtù del gol segnato all’andata, altrimenti non si spiega l’ennesima prestazione mediocre, corredata dall’ennesima gara dove non si è mai calciato verso la porta (tranne una punizione di Benassi) e dove il portiere Pozzer prende un’ammonizione, per aver perso tempo su un rinvio, al 28’ del secondo tempo.

Quest’anno abbiamo visto quasi tutto l’almanacco dell’anticalcio, ma questa mancava!

Era il Livorno la squadra che aveva più necessità di vittoria e gli amaranto, ai punti, l’avrebbero anche meritata in virtù di un migliore impianto di gioco e di una voglia maggiore; i ragazzi di Amelia hanno fatto la gara per quasi tutti i novantasei minuti di gioco, hanno avuto le uniche occasioni per segnare (clamoroso il salvataggio di Panati sulla riga, a portiere battuto e il gol fallito da Dubickas in pieno recupero) ed hanno esaltato il giovane Pozzer tenuto incomprensibilmente in panchina per troppo tempo (altro errore, costato punti).

La Lucchese? La stessa di sempre, senza idee, senza gioco, senza nerbo; giocare sperando nel rigore su Nannelli o nell’invenzione del fenomeno Bianchi, dev’essere deprimente e infatti la squadra manifesta a più riprese la propria insofferenza.

Il Livorno, in una situazione di classifica peggiore e con ancora meno speranza dei rossoneri, viene a Lucca per vincere la partita e, per pochissimo, non ci riesce mettendo in campo un’idea di gioco, grinta, determinazione, voglia; la Lucchese vede passare l’ennesimo treno e non prova nemmeno a salirci sopra, come se la cosa non la riguardasse. Certo, Benassi e compagni non sono una grossa squadra, per carità, ma una squadra a livello di almeno altre sei-sette compagini con la differenza (in negativo) fatta dai due allenatori.

Mi dispiace, ma certe cose proprio non riesco a digerirle.

A certi livelli (scarsi) la differenza la fanno, anche e soprattutto, i particolari; possibile perdere tempo al 28’ del secondo tempo e fare ammonire il proprio portiere, in una gara da vincere assolutamente? Oppure inserire un altro difensore, al 40’ del secondo tempo, al posto di un centrocampista in una gara da vincere assolutamente? Senza contare l’atteggiamento avuto in tutte le partite disputate e come abbiamo subito gol nelle partite decisive di Gorgonzola, con la Pro Sesto e a Piacenza, costati almeno quattro punti.

La squadra gioca perennemente in ansia e i giocatori hanno paura anche della propria ombra; ci sarebbe voluto un allenatore coraggioso (la paura e i pareggini ci ha fatto praticamente retrocedere) che puntasse al bottino pieno, invece di accontentarsi del punticino, oggi compreso!

Un cinque come voto di squadra con Pozzer il migliore in campo (e questa la dice lunga……); sufficienze per Nannelli, Meucci e Bianchi.

La Pistoiese, in piena emergenza post-Covid, batte il Renate e porta a tre i punti di vantaggio sulla Lucchese. La situazione è ormai disperata, ma sembra che nessuno (soprattutto l’allenatore) se ne renda conto.

La Carrarese in piena crisi (cinque sconfitte consecutive, Baldini dimesso e la Curva che chiede la Berretti in campo) non aspetta altro che la partita di domenica per rilanciarsi. Dopo aver rilanciato tutte le squadre in difficoltà, sarà compiuto l’ennesimo miracolo?

Giulio Castagnoli

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