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AREZZO - LUCCHESE 1-1

Esce un pari (1-1) al “Città di Arezzo” tra rossoneri ed amaranto, reduci entrambe da “tonfi” contro due squadre di bassa classifica.

Ne viene fuori una gara brutta, che non dice niente, una di quelle gare di categoria (ma di italico vizio….) dove la paura di perdere sovrasta nettamente la voglia di vincere. Gioco blando, pochissime occasioni e portieri inoperosi.

Nell’epoca dei grandi cambiamenti, anche il calcio si adegua; termini come “braccetto”, “sotto punta”, “regista di fascia”, sono all’ordine del giorno e quando le partite sono inguardabili si preferisce utilizzare termini come “gara bloccata” o “partita sporca”.

L’unica vera parata di tutta la partita, la fa comunque Chiorra; è il 21’ e Quirini perde malamente un pallone in uscita (non sarà l’unico), sul cross si avventa Gucci che devia di testa sotto la traversa con il numero uno rossonero bravo ad alzare in angolo.

Dopo un paio di colpi di testa alti di Magnaghi al 38’ la palla gol capita sui piedi di Russo che entra in scivolata su un cross di De Maria ma, defilato, colpisce il palo esterno.

Il primo tempo è praticamente tutto qui.

Nella ripresa cambia poco o niente; un po' di agonismo in più e Benassai che si becca un giallo che gli farà saltare la gara contro la Juventus Next Gen di mercoledì prossimo alle ore 16,15.

Al 24’ è Gucci che realizza un quasi gol, con la palla che colpisce il palo interno della porta rossonera con Chiorra battuto e al 27’ Rizzo Pinna realizza un gol vero, su assist di Gucher, per il vantaggio dei rossoneri.

I padroni di casa non sembrano nelle condizioni di poter far male e appaiono sfiduciati, mentre la Lucchese sembra tenere.

All’86’ un intervento di Benassai porta il direttore di gara ad abboccare vedendo il rotolante giocatore aretino a terra ed estrae il secondo giallo per il difensore lucchese apparso ingenuo e, con l’attenuante della pubalgia, non all’altezza in diverse gare di questo campionato.

A quel punto i padroni di casa ci credono un po' di più e su un calcio d’angolo, a tempo regolamentare scaduto, trovano il gol del pari con Pattarello che da sottomisura spedisce in rete.

Un boccone amaro per i rossoneri che, in parità numerica, avrebbero potuto portare via l’intera posta.

Un cinque e mezzo come voto di squadra, con ancora troppe insufficienze; Sabbione, Gucher, Cangianiello e Rizzo Pinna meritano una sufficienza abbondante.

Come ho già avuto modo di scrivere, questo è un campionato molto più competitivo rispetto a quello della scorsa stagione e i “giocatori di categoria” ce li hanno tutte le squadre (almeno cinque-sei squadre hanno anche elementi da categoria superiore).

La Lucchese avrebbe (il condizionale è d’obbligo…) la possibilità di risalire la china con due gare interne consecutive; il recupero con la Juventus Next Gen e la gara con la Fermana, fanalino di coda, potrebbero riportare i rossoneri in posizioni più consone…..ma visto quello che è successo con Rimini, Pontedera e Vis Pesaro, meglio non illudersi.

Il tutto in attesa di un mercato che ci dirà molto di più sulle ambizioni di questa società.

Alla tiritera che il mercato si fa a giugno e che a gennaio non si può fare troppo, non ci crede più nessuno, che questa rosa ha mostrato limiti evidenti in tutte le zone del campo, non è da ieri, per cui il giovane Alessandro Frara, coadiuvato da Giuseppe Mangiarano, da mister Gorgone con la supervisione del Patron (sorrido quando sento dire che Bulgarella non è al corrente di certe situazioni...) sapranno sicuramente dove intervenire. Qualcuno deve essere mandato a giocare, qualcuno ceduto, altri sono nel limbo; sicuramente a questa rosa mancano almeno quattro elementi titolari e/o che possano giocarsi il posto con chi oggi lo è.

Le ambizioni passano anche attraverso il mercato di gennaio, piaccia o no; si è sbagliato in buona fede sopravvalutando troppi elementi sotto contratto e si è sbagliato in buona fede con alcuni dei nuovi.

Il tempo per rimediare c’è, per recuperare qualche posizione in classifica e magari per andarci a giocare i play off con qualche chances, il tutto purché si voglia.

Giulio Castagnoli

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