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LUCCHESE - FERMANA 1-1

Finisce con un deludente pari l’ennesima partita che avrebbe dovuto “far sognare” e non si capisce cosa.

La Lucchese di sempre, clamoroso l’accostamento con la partita interna con l’Ancona, una delle tante, troppe gare.

In vantaggio di un uomo per settantacinque minuti, compreso il recupero dei due tempi, la squadra rossonera non è stata in grado di chiudere la contesa una volta passata in vantaggio e per fortuna che l’arbitraggio di Gauzolino di Torino è stato magnanimo, altrimenti saremmo a commentare una probabile sconfitta. Si, perché a fine gara sono gli ospiti che possono (giustamente) recriminare per un fallo da rigore (93’) di Alagna su Maggio e, a dirla tutta, anche per l’espulsione di De Nuzzo al 23’ del primo tempo, apparsa veramente eccessiva.

Ma andiamo per ordine.

La gara inizia a ritmo blando da parte di entrambe e all’11’ è Di Quinzio ad impegnare il bravo Borghetto (figlio d’arte, il papà Marco è stato protagonista nel Chievo dei miracoli) su punizione, ma la clamorosa palla gol capita sui piedi di Romeo (16’) che manda clamorosamente alto con la porta spalancata e vuota.

Scampato il pericolo la Lucchese ha cinque minuti (saranno gli unici…) dove crea e, come al solito, sbaglia; Quirini (comunque uno dei migliori) al 27’ e due volte Mastalli 29’ e 32’, sbagliano a pochi metri dalla porta e praticamente la prima frazione si chiude senza altre emozioni.

Al 10’ del secondo tempo una bella combinazione Visconti-Di Quinzio (l’unica cosa bella della gara…) lancia Panico sul filo del fuorigioco; il “falso nueve” si accentra e scarica nell’angolo lontano, per il gol che vorrebbe (il condizionale è d’obbligo….) dire vittoria.

I rossoneri non creeranno più nessuna pericolosità.

Al 13’ escono Di Quinzio e il “solito” Mastalli; una domanda, ma il giocatore ha un’autonomia di un’ora o cos’altro? Entrano D’Alena e Romero.

I minuti passano e nessuno si accorge che la Fermana è in dieci uomini; l’ultimo quarto di gara è un susseguirsi di calci d’angolo e grotteschi falli che portano i ragazzi di mister Protti a battere calci da fermo (niente a che fare con la città degli ospiti, li batterebbero da troppo lontano…..) in sequenza. Su uno di questi (39’) tutti si accorgono dalle tribune che il numero cinque, tal Spedalieri, è solo soletto senza marcatura; cross in mezzo e, guarda caso, proprio il 2002 Spedalieri schiaccia in rete la palla del pari.

Iniziano i primi cori e i primi fischi dalle tribune, sotto gli occhi del neo patron Andrea Bulgarella seduto in tribuna.

Nei restanti dieci minuti, compreso il recupero i rossoneri sono ormai, anche psicologicamente, in tilt e come detto hanno rischiato di perdere la gara se l’arbitro avesse visto il fallo di Alagna su Maggio.

Finisce come contro l’Ancona, squadra in vantaggio di un gol e di un uomo che si fa riprendere nei minuti finali e con il pubblico che contesta e fischia (ecco l’effetto boomerang per aver strombazzato ai quattro venti, che questa era una squadra forte….).

Ora, a quattro giornate dalla fine, si parla di “limiti”; fino ad ora non erano stati volutamente visti? Eppure erano evidenti sin dalle primissime partite…..e alcuni limiti addirittura dal ritiro estivo…...mah……

Onesto, come sempre, mister Maraia; “….c’è fragilità nella squadra...”, tradotto, significa che manca personalità soprattutto nel mezzo al campo, mentre la frase “….. il valore tecnico psicologico e caratteriale va visto nella sua completezza, altro che da terzo quarto posto come ha detto un altro allenatore...” mette fine, una volta per tutte (si spera…) alla convinzione che questa sia una squadra “forte, ma inespressa..”.

Piede di Fabbrini (confuso anche con un altro Fabbrini, suo omonimo) a parte, è dall’inizio della stagione che il sottoscritto dice e scrive che questa Lucchese è una squadra da settimo-ottavo posto, in un campionato veramente mediocre dove la Reggiana (i propri tifosi si chiedono come fanno ad essere primi) rischia di regalare l’ennesima stagione e, con essa, la promozione in Serie B.

Un cinque più come voto di squadra, con sufficienze soltanto per Quirini, Visconti, Panico e Di Quinzio.

Alle corti tre partite difficili (ma per questa Lucchese lo sono tutte); Cesena ed Entella in serie (rimesse clamorosamente in gioco da una Reggiana che rischia di buttare tutto alle ortiche, con un ultimo periodo da urlo….negativo), visita a Carrara e chiusura con l’Olbia al Porta Elisa.

Vediamo come finirà l’ennesima, inutile stagione.

Giulio Castagnoli

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