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LUCCHESE - ALESSANDRIA 1-2

La Lucchese fa Harakiri e incappa nella seconda sconfitta consecutiva, la prima al Porta Elisa.

Quella che doveva essere la partita del riscatto, dopo la deludente gara di Ancona, si trasforma in una specie di incubo calcistico, nonostante i rossoneri affrontassero un’altra modesta compagine, forse la più modesta incontrata fino ad oggi.

I numeri per i grigi alessandrini parlano abbastanza chiaro, peggior difesa del girone (sedici gol subiti) secondo peggior attacco (appena sei gol realizzati) un solo gol realizzato in trasferta, con una rosa formata da giovanissimi, molti dei quali schierati titolari, dove “spiccano” soltanto i nomi di Martignago e Sini tra gli over.

Pronti-via e la Lucchese è già sotto. Corsia rossonera di destra mangiata come il pane, saltati come birilli Bianchimano, Bruzzaniti e Quirini, traversone al centro con Cucchietti che tocca e Lombardi che riprende e insacca; tutto troppo facile. I rossoneri ci provano ma, come sempre, più con la forza dei nervi che con un gioco fluido che metta in difficoltà gli avversari e le occasioni vere e proprie latitano.

Al 28’ sono clamorosamente gli ospiti ad avere la palla del ko con Martignago, ma Cucchietti è bravo a deviare quel tanto che basta affinché la sfera colpisca il palo e non si insacchi.

L’unica vera palla gol della prima frazione capita sui piedi del giovane Quirini che, forse tradito dall’emozione, conclude debolmente a porta vuota e un difensore riesce a ribattere.

Al 44’ la cosa più bella di tutta la partita, che poi sarebbe l’ABC del calcio; uno-due sulla tre quarti tra Tumbarello e Semprini, controllo e tiro del centrocampista con la palla che gonfia la rete, per il gol del pari. Si va al riposo con un giusto 1-1.

Ad inizio ripresa si presenta una Lucchese che sembra voler chiudere la pratica, ma sarà un fuoco di paglia. Bruzzaniti si fa parare il tiro da Marietta (46’) e Semprini, dopo una grande azione sulla sinistra, vede il suo tiro deviato in angolo da un difensore (50’).

L’Alessandria, scampati i pericoli, prende coraggio e, come ormai è abitudine, si impossessa del centrocampo; i rossoneri vanno a metà velocità dei grigi e subiscono gli strappi dei centrocampisti ospiti.

Al 20’ esce Rizzo Pinna ed entra Alagna, con lo spostamento di Visconti in mediana e al 29’ escono Franco e Bianchimano (sempre più oggetto misterioso...) ed entrano D’Alena e Ravasio. Al 38’ l’ultimo slot con l’uscita di Tumbarello (anche oggi il migliore dei suoi) e Benassai e l’ingresso di Mastalli (doveva essere il pezzo pregiato del centrocampo…) e Bachini.

Intanto la squadra di mister Rebuffi colleziona una serie di calci d’angolo e su uno di questi (39’) Nepi raccoglie una spizzata di un compagno e deposita in rete da pochi centimetri dalla linea, per il gol della vittoria.

La Lucchese, inesistente nell’ultima mezz’ora di gara, non ha la forza di reagire e la clamorosa sconfitta si concretizza.

Già detto di un centrocampo monocorde (tutti elementi uguali sia come caratteristiche, sia fisicamente) dove spicca il solo Tumbarello per dinamicità e corsa e di un attacco che definire sterile è puro eufemismo (alcuni interpreti non si stanno dimostrando all’altezza) delle ultime due gare preoccupa anche la difesa, l’unico reparto che stava dando garanzie. Non si possono prendere gol facili da calcio piazzato, il secondo dopo quello di Ancona. E che dire della prima rete subita oggi?

Lucchese ridimensionata? Non per il sottoscritto, che non si è mai esaltato…

Un cinque come voto di squadra (soprattutto vedendo contro si è perso…) con sufficienze per Cucchietti e Semprini, Tumbarello migliore dei suoi.

Oltre ad un centrocampo dove manca un leader, fisicità e corsa e ad un reparto offensivo innocuo, a questa squadra manca anche il sangue agli occhi di Gattusiana memoria; nessuno discute l’impegno, ci mancherebbe, ma la squadra, tolto Tiritiello, manca di personalità e di cattiveria.

Ora iniziano le salite (quella di oggi era una discesa, ma si è perso) a cominciare da domenica prossima a Siena, contro quel Guido Pagliuca che da eroe si è trasformato in traditore, poi il Gubbio degli ex Piero Braglia e Corsinelli. Servirà un altro approccio, un’altra attenzione e una dinamicità doppia di quella mostrata fino ad ora…..altrimenti saranno guai e si corre il rischio di scivolare in posizioni di classifica anonime.

Giulio Castagnoli

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